Educare è un atto politico e collettivo
"Nel documento congressuale di Arci Servizio Civile, ritroviamo la sintesi del lavoro quotidiano che le nostre associazioni portano avanti nei territori: dall’ideazione alla realizzazione dei progetti di servizio civile.
Nei progetti, la promozione della non violenza, della solidarietà e della pace passa attraverso la formazione dei giovani e le azioni concrete che essi realizzano per la comunità.
Arci Servizio Civile guarda oltre e riconosce che, per realizzare appieno la propria missione, è necessario rafforzare la dimensione educativa, lavorando con scuole, studenti e docenti.
È proprio in questo ambito che Arciragazzi vuole dare il suo contributo: crediamo che l’educazione sia lo strumento fondamentale per il cambiamento sociale.
In particolare, l’educazione ai diritti umani — che, come afferma la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, è essa stessa un diritto fin da piccoli — è la chiave per costruire una società più giusta.
Viviamo un momento storico difficile, in cui i diritti umani non riescono più a contenere la violenza degli Stati, e assistiamo impotenti al massacro del popolo palestinese.
Le grandi manifestazioni di protesta di questi giorni sono state così partecipate perché sono state promosse, pensate e popolate dai giovani. I giovani che sono scesi in piazza in queste settimane, trascinando piano piano dentro tutti, ci dicono cose importanti. Ci dicono che non c’è pace senza giustizia, che i diritti sono tali solo se universali, e che il cambiamento nasce dall’azione collettiva.
Ecco perché l’educazione è centrale: serve a rendere ciascuno consapevole del proprio potere e capace di esercitarlo.
Educare alla pace come parte dell’educazione ai diritti umani significa comprendere cosa accade nel mondo, riconoscere la violenza nei propri contesti di vita — come quella maschile sulle donne — e agire insieme per contrastarla.
Negare opportunità educative significa ridurre la capacità delle persone di agire. Parlare di povertà educativa significa proprio questo.
Impedire, ad esempio, l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole significa negare che la violenza di genere affonda le sue radici nella cultura, ed è intervenendo a questo livello che la si può prevenire e contrastare.
Nel documento di Arci Servizio Civile ritrovo la stessa idea: rimettere al centro la comunità e spostare l’attenzione dal singolo volontario all’impatto sul territorio.
Per questo, il contributo dei giovani in servizio civile è fondamentale, e con loro possiamo costruire azioni di advocacy condivise.
Arciragazzi, ad esempio, ha sviluppato — all’interno della rete internazionale IFM-SEI — un progetto di advocacy per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza realizzato insieme ai bambini.
L’esperienza di servizio civile, secondo la visione di Arci Servizio Civile, è un percorso di crescita, di competenze e consapevolezza.
Ma la consapevolezza non basta: il passo successivo è l’advocacy, unirsi per rimuovere le ingiustizie."
Viviana Bartolucci - Presidente Arciragazzi Nazionale